Punti Storici

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GPS Tracker

Mappatura percorso con Arduino GPS

1) Piagge (Ascoli Piceno) - A cura di: Haxhiu Indrit - 5A_IPAI - A.S. 2014-2015
Piagge (Li Piaggë in dialetto ascolano) è una frazione del comune di Ascoli Piceno, nelle Marche. 

Il paese sorge a 475 s.l.m. nella zona del versante nord di Colle San Marco, dista 6,16 km da Ascoli Piceno ed è raggiungibile percorrendo la strada che esce dalla città capoluogo da Porta Cartara.

Lo storico ascolano Giulio Amadio lega la derivazione di questo toponimo al termine plaga, parola che nel tempo avrebbe subito la trasformazione in plagia e nel basso latino indicava: un borgo, una contrada o un'area dove si tenevano adunanze. Da plagia si sarebbe passati a Piaggia ed infine a Piagge.
 
Giuseppe Marinelli riferisce l'ipotesi che il toponimo potrebbe scaturire dal significato di piaggia, un lieve pendio, che rispecchierebbe la posizione geografica del borgo costruito lungo una dolce discesa.
 
 
Monumenti e luoghi d'interesse:
Chiesa di San Bartolomeo, Eremo di San Marco, • Convento di San Lorenzo alla Piagge, • Grotta del Beato Corrado.
 
   
1) Chiesa di San Bartolomeo: rilevazione dati - GPS Tracker
Data 12-05-2014
Ora 09:22:33
Latitudine 42.836791
Longitudine 13.574678
Altezza
528.1 m
Satelliti 4

2) Vista Eremo di S. Giorgio A cura di: Straccia Antonio - 5A_TIEN - A.S. 2013-2014
Costruito in posizione isolata sotto una rupe di travertino dal caratteristico colore rosa, immerso nel silenzio del bosco, l' eremo di San Giorgio si presenta di grande impatto scenografico alla vista da Castel Trosino. Le prime notizie risalgono alla metà del sec. XIV quando la nobildonna ascolana Livia Martelleschi vi aveva fondato un Ospedale per curare i lebbrosi con le sottostanti acque sulfuree.
Nel 1382 i frati Spirituali seguaci di Angelo Clareno trasformarono l' ospedale in eremo, passato nel 1568 ai frati Minori Osservanti.
Con la soppressione degli Ordini avvenuta dopo l' Unità d' Italia, il convento divenne proprietà privata. Il suo abbandono avvenuto nella seconda metà del sec. XX ha provocato il rapido deterioramento dell' edificio e la scomparsa del culto secolare di San Giorgio per il quale a primavera l'eramo era meta continua dei pellegrini.

 

2) Vista Eremo di S.Giorgio: rilevazione dati - GPS Tracker
Data 12-05-2014
Ora 10:10:12
Latitudine 42.823787
Longitudine 13.564529
Altezza
629.5 m
Satelliti 9

 

3) Vista Castel Trosino A cura di: Pignotti Manuel - 5A_IPAI - A.S. 2014-2015
Castel Trosino  è una frazione del comune di Ascoli Piceno, il piccolo borgo si trova a pochi chilometri da Ascoli ed è raggiungibile seguendo la strada che, dopo il ponte di Porta Cartara, supera ed oltrepassa l'incasato di Borgo Cartaro.
Il castello sorge sulla sommità della rupe di travertino costituita da un unico grosso masso che si distaccò dalle propaggini di Colle San Marco in tempi lontanissimi. Castel Trosino, secondo quanto riportato da Francesco Antonio Marcucci, nacque come punto di avvistamento e scoperta e fu qui costruito per sfruttare la facile difendibilità del luogo. Insieme a Castel Manfrino, l'ex convento di San Giorgio di Rosara e la Rocca di Montecalvo rappresentò una delle postazioni integranti del sistema difensivo della contea Ascolana voluta da Carlo Magno.
Durante il VI secolo d.C. ospitò la sede delle truppe ausiliarie dei Greci e nell'anno 578 la fortezza fu distrutta dal duca di Spoleto Faroaldo I, ancor prima che questi conquistasse anche Ascoli. Nel periodo medioevale vi si stabilirono i Longobardi giunti dopo che la città ascolana fu assoggettata al Ducato di Spoleto. In questo periodo rappresentò il punto di riferimento giurisdizionale e militare di molti centri della montagna e del bacino del Castellano.
A metà del XV secolo, Castel Trosino era divenuto un rifugio di banditi, che sfruttando la complicità dalle milizie di Giacomo Piccinino, figlio del più famoso Nicolò d'Acquaviva, trovavano copertura alle loro imprese. Essi furono responsabili di una sorta di guerriglia che danneggiava notevolmente il contado ascolano. Il 3 settembre 1495, un'azione congiunta delle milizie del capoluogo piceno e di quelle papali, assaltò e diroccò il fortilizio. Dell'originario impianto difensivo sono visibili solo la porta di accesso al castello e i resti della cinta muraria.
La tradizione narra che in questo borgo vi abbia dimorato anche Manfredi, figlio di Federico II, nella piccola casa medievale che si trova nel centro del paese.
2) Vista Castel Trosino: rilevazione dati - GPS Tracker
Data 12-05-2014
Ora 10:27:39
Latitudine 42.820957
Longitudine 13.565752
Altezza
726.0 m
Satelliti 9

 

4) Rifugio Paci A cura di: Zaporojanu Costantin - 5A_IPAI - A.S. 2014-2015
Negli anni '50 l'alpino Tullio Pallotta, chiede all'amministratore delle proprietà Sgariglia, allora presidente degli Istituti Riuniti di Cura e Ricovero, signor Santanchè, di poter usufruire del rifugio situato sotto al Colle Giammatura, nella località denominata Colle della Pelera.

Da testimonianze avute, il nome del colle, sito davanti al Colle della Luna, è ricollegabile alla sua conformazione poiché non aveva alberi, quindi pelato. La capanna per pastori, utilizzata precedentemente come servizio di caccia dal marchese Sgariglia, fu quindi concessa al volenteroso signor Pallotta che la riparò e l'adibì a punto di ristoro, intitolandola poi al caduto Mario Paci, partigiano della II Guerra Mondiale; successivamente fu acquistata dal Club Alpino Italiano per la somma di Lire 50.000.

Con il sorgere dei primi campi da sci, si organizzarono le prime gare. Si ricorda quella di fondo nell'inverno del 1946, denominata Trofeo Mario Paci, percorso articolato tra Colle San Marco-Colle della Luna e ritorno.

Mario Paci raccontato dalla sorella Luciana
Mario Paci, orfano di guerra, celibe e primo di tre figli (Mario, Pio e Luciana) è nato ad Ascoli Piceno il 15 marzo 1921. 
Trovò lavoro, quale ragioniere capo e perito commerciale, presso la ex G.I.L. di Ascoli Piceno. Quando la guerra si fece più temibile, decise di partire volontario, perché voleva combattere per la Patria. Fu mandato, come prima destinazione, a Merano dove fece un corso di sei mesi per prepararsi alla partenza per la Russia, con la qualifica di Sottotenente della Divisione Tridentina – Battaglione Edolo.

Fu mandato nei pressi del fiume Don e precisamente nel punto in cui il Don, nel suo corso, forma un’ansa ad angolo retto con al centro una piccola isola, presidiata dai Russi; cominciò così a svolgere il suo compito di soldato. Parecchie volte respinse, con i suoi uomini, il nemico. Sfortuna volle che, durante una perlustrazione con altri alpini, fu avvistato dai Russi, che subito cominciarono a sparare. Mario e i suoi respinsero il nemico, ma fu ferito all’anca destra. Per questa operazione fu nominato Tenente dai suoi superiori per premiare il suo coraggio. Non ebbe, però, la consolazione di appuntarsi la medaglia, perché cominciò la “famosa” ritirata e, nella confusione, tutti i carteggi andarono smarriti; di questo inconveniente si rammaricava tanto. Ferito e con copiose perdite di sangue fu portato nelle retrovie con mezzi di fortuna. Dopo qualche giorno fu trasferito in Germania dove, finalmente, fu ricoverato in un ospedale della città di Gomel. Fu curato per le sue ferite dai medici tedeschi in maniera egregia, ma le sue condizioni rimanevano gravi, sia perché aveva perduto molto sangue, sia perché tutti i feriti come lui non avevano la possibilità di rimettersi per mancanza di cibo.

Fu rimpatriato e ricoverato, prima in un ospedale di Rimini, poi riportato ad Ascoli nell’Ospedale Militare (Palazzo ex Seminario). 
Le sue condizioni continuarono a peggiorare fino alla morte, avvenuta il 18 giugno 1943. Sulla sua tomba è riportata l’epigrafe, che sintetizza egregiamente la sua breve esistenza terrena, che recita: “…visse per la famiglia, morì per la Patria…”. 

Da ultimo, è bene evidenziare che, vicino al passo del Tonale, nella città di Edolo, sul portale del Municipio, esiste una targa di commemorazione dei caduti in Russia con cinque nominativi: il primo è di Mario Paci. 

4) Rifugio Paci: rilevazione dati - GPS Tracker
Data 12-05-2014
Ora 11:14:10
Latitudine 42.816326
Longitudine 13.576021
Altezza
918.3 m
Satelliti 8
Hdop 1.10
Age 272 ms
Direzione 88° Est

 

5) Eremo S. Marco A cura di: Di Paolo Roberto - 5A_TIEN - A.S. 2013-2014
L’Eremo di San Marco è un romitorio, per romitorio intendiamo un luogo di difficile accesso, dove eremiti o anacoreti si ritirano escludendosi volontariamente dalla vita sociale e intraprendere una vita spirituale incentrata sulla preghiera.

5) Eremo San Marco: rilevazione dati - GPS Tracker
Data 12-05-2014
Ora 13:28:06
Latitudine 42.833766
Longitudine 13.576208
Altezza
597.3 m
Satelliti 8
Hdop 1.60
Age 604 ms
Direzione 266° Ovest

 

L’Eremo rappresenta un’importante memoria d’arte e di storia, dal XIII secolo veglia sulla valle del Tronto scorgendo l’ampio panorama fino al mare Adriatico.
Le prime documentazioni dell'eremo risalgono agli inizi del XIII secolo, quando vi si stabilì una comunità di monaci dell'Ordine cistercense. Questi religiosi, seguendo la loro regola e mossi da un ardente desiderio di solitudine, sceglievano i luoghi dove fissare dimora in ambienti difficilmente accessibili, lontani dai centri urbani, tra i boschi delle aspre alture, abitando in grotte naturali o in modesti fabbricati austeri ed essenziali. Le intere zone del Colle San Marco, della montagna dei Fiori, del Colle Palombaro e della montagna dell'Ascensione, per la loro peculiare conformazione territoriale, che presenta dirupi e cavità naturali circondati da folta e compatta vegetazione, erano popolate da penitenti ed asceti già dal VI secolo.
 
Nel tempo, il cenobio aveva accumulato anche un consistente patrimonio fondiario con possedimenti a Marino del Tronto e ad Acquasanta Terme, inoltre disponeva di un altro piccolo edificio, oggi scomparso, innalzato nella zona sottostante, che si componeva degli ambienti di una cappella, un dormitorio, una cucina e un refettorio.
. Il monastero godeva di una certa agiatezza economica che si concretizzava anche negli arredi della chiesa, in croci e calici in argento, paramenti di pregio e volumi sacri.
Il priore Nunzio da Fabriano mosso, probabilmente, dall'intento di nascondere la prosperità del cenobio alla chiesa ascolana, respinse nel 1385 la visita pastorale del vescovo ascolano Pietro III Torricella che non esitò ad emanare l'interdetto contro la comunità eremitica. Il vescovo Antonio Archeoni, succeduto al Torricella, nell'anno 1387 soppresse il monastero e concesse alla famiglia Sgariglia il diritto di patronato sul cenobio e sulle sue pertinenze.
Nel 1474 fu costruita per gli abitanti della frazione di Piagge la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo. Da questo momento ebbe inizio la lenta e inesorabile decadenza dell'eremo di San Marco.
Sul finire del XIX secolo, approfittando dello stato di abbandono dell'edificio religioso, furono compiuti atti di vandalismo: fu spogliato l'altare dei miseri arredi di cui era ornato, furono profanate le tombe e deturpati arredi e affreschi.
Il sindaco di Ascoli, Garzia Civico, nell'anno 1908 sottopose il fabbricato a opere di conservazione e restauro per cercare di tenere intatto il patrimonio storico/culturale del luogo.
L'eremo è stato costruito in blocchi di travertino, grossolanamente squadrati, legati tra loro da malta di calce, seguendo i canoni dello stile romanico. I monaci racchiusero la cavità della grotta con l'elevazione della cortina muraria, realizzandola direttamente sulla rupe e appoggiandola sulla sporgenza della parete rocciosa. 
Il suo fronte è costituito dall'accostamento di due corpi di fabbrica quali: il campanile, sulla sinistra, e la facciata scandita orizzontalmente da un doppio ordine di bifore. Le finestre, divise verticalmente da una colonnina centrale con capitello, si aprono in numero di 2 al piano superiore e 3 a quello inferiore. La terza finestra, di destra, del piano inferiore manca della colonnina ed è chiusa da una grata di ferro.
 
L'interno è ripartito in due cavità sovrapposte: nell'ambiente sottostante, un tempo affrescato, si nota la copertura a botte del soffitto che si raccorda con il sovrastante piano di calpestio; nello spazio della grotta superiore, invece, trovano la loro collocazione 3 monumenti funebri della famiglia ascolana dei Tibaldeschi di cui rimane uno stemma. I sepolcri sono ad arcosolio e risalgono al XV secolo.
 
All'eremo si accede mediante una possente scalinata in pietra che, come un ponte, attraversa il profondo burrone. L'opera, progettata dall'ingegnere Enrico Cesari, fu realizzata dall'Amministrazione comunale di Ascoli con i fondi provenienti dalle consistenze dell'Opera Pia Sgariglia, di cui il comune divenne proprietario.
 
6) Il Dito del Diavolo A cura di: Mattetti Pierluigi - 5A_TIEN - A.S. 2013-2014
Questo  monumento naturale in pietra, posto circa a meta strada tra Piagge e Colle S. Marco, prende il nome dalla sua strana configurazione. La leggenda popolare afferma che il diavolo, invidioso del fiorire di eremi volle insediarsi tra loromettendoli uno contro l'altro. Fu così che intervenne Dio che loscaraventò nel fuoco dell'inferno.
Il diavolo, sprofondando, lasciò fuori un dito che nel tempo è rimasto pietrificato.
6) Il Dito del Diavolo: rilevazione dati - GPS Tracker
Data 12-05-2014
Ora 14:07:41
Latitudine 42.831367
Longitudine 13.583003
Altezza
644.4 m
Satelliti 6
Hdop 1.80
Age 691 ms
Direzione 205° Sud Sud Ovest

 

Ad arricchire la leggenda vi sono altri racconti che parlano di una grotta sotto questo masso di travertino, dove si

celerebbe un tesoro, una chioccia con dodici pulcini d'oro, come dodici erano le tribù in cui era diviso il popolo d'Israele, come dodici erano gli apostoli di Gesù inviati a diffondere la sua parola.

 

 

 

Oggi questo posto è meta di arrampicatori, si notano i segni e i chiodi lasciati sulla roccia.
 

 

 

 

7) Monastero di San Lorenzo A cura di: Scittarelli Pierluigi - 5A_TIEN - A.S. 2013-2014
Convento di San Lorenzo alla Piagge – Fu edificato, nel 750, dall'Ordine Benedettino, sotto il vescovo ascolano Auclere, sull'area di una modesta pianura che sovrasta la bassa valle del Tronto e il bosco di Carpineto.

7) Monastero di San Lorenzo: rilevazione dati - GPS Tracker
Data 12-05-2014
Ora 14:16:02
Latitudine 42.830253
Longitudine 13.583411
Altezza
682.1 m
Satelliti 6
Hdop 1.70
Age 318 ms
Direzione 105° Est Sud Est

 

Sebastiano Andreantonelli lo ricorda come il secondo monastero appartenuto all'ordine degli Eremiti Benedettini e sottoposto all'autorità vescovile della chiesa ascolana, tranne nei periodi in cui i papi Niccolò III, Bonifacio VIII e Onorio IV (nel 1286) lo tennero direttamente soggetto alla Santa Sede.


Sebbene le consistenze dell'edificio si articolassero su più livelli, fu abbandonato, nel XIII secolo, quando i suoi spazi divennero esigui per i molti monaci che, in quel periodo, si dettero a vita religiosa.
Della struttura rimangono: la macina ricavata dai monaci modellando un masso di travertino, una vasca ottenuta scavando un blocco di pietra, la cisterna dell'acqua e solo tracce intuibili delle mura perimetrali.

Qui, al convento di San Lorenzo, venne San Francesco nel 1215, e qui, vestirono il saio francescano il Beato Corrado Migliani, c’è vicino la grotta dove viveva, e Girolamo Masci di Lisciano che poi diventò papa col nome di Nicolò IV. 
Qui, sempre nel convento di San Lorenzo, Saladino Saladini, reduce dalle crociate, nel 1213, visse in una grotta per ventotto anni fino alla morte. Sempre da questo convento, acceso di sacro fuoco francescano, frate Ippolito scese in Ascoli per la costruzione  del  tempio di San Francesco, quel miracolo di architettura, di travertino argenteo, che illumina Piazza del Popolo, questo bellissimo tempio che t’incanta e sa parlare la lingua di San Francesco, a bene ascoltarla.
Nel 1994, con la rimozione dell’humus e dei detriti, si è potuta riconoscere l’area della chiesa, edificata tra il 1257 e il 1265, e della quale sono adesso leggibili la porta d’ingresso e il fianco sinistro, al quale è addossato un lungo sedile in muratura approntato per le funzioni religiose dei monaci.
Accanto alla cisterna è stata inoltre individuata una splendida vasca di decantazione nel cui materiale di riempimento sono stati rinvenuti interessanti frammenti di ceramica medievale.

 

8) Grotta del Beato Corrado A cura di: Guerra Luis Fernando - 5A_TIEN - A.S. 2013-2014
Corrado Miliani o Migliani noto anche come Corrado d' Ascoli fu un religioso del XIII secolo appartenuto all' Ordine dei Frati Minori; è venerato come beato dalla Chiesa cattolica e ricordato il 19 aprile.

8) Grotta Beato Corrado: rilevazione dati - GPS Tracker
Data 12-05-2014
Ora 14:30:38
Latitudine 42.829864
Longitudine 13.583374
Altezza 663.3 m
Satelliti 4
Hdop 2.70
Age 316 ms
Direzione 282° Ovest Nord Ovest

Nacque da Francesco Miliani ed Agnese di Marcello Saladini, nobildonna discendente dal ramo ascolano della famiglia Saladini, Conti di Roventino. Sebbene destinato per i suoi natali a diventare cavaliere, fin dalla prima adolescenza mostrò "indizi di santità", e si avvicinò con sentimenti di fraterna e cristiana amicizia a Girolamo Massi, suo conterraneo nato a Lisciano, cui predisse che sarebbe salito al soglio di Pietro.

Ancora in giovane età, era solito inginocchiarsi ai piedi del suo giovane conterraneo Girolamo Massi per porgli i propri omaggi. Interrogato sul motivo di questa sua strana abitudine, Corrado replicò affermando che già vedeva profeticamente le Chiavi di Pietro, emblema del Romano Pontefica, nelle mani del ancor giovane suo amico, nonostante nessuno potesse in alcun modo immaginaria per lui una così grande carriera ecclesiastica. I due amici, entrambi seri, devoti e puri di cuore, essendo alla ricerca di una vita all' insegna della prefazione evangelica, entrarnon insieme nel convento francescano di Ascoli.

Nell'anno 1250 abbracciò il progetto di vita indicato da Francesco d'Assisi, che era stato in visita nella città marchigiana nel 1215, ed entrò nel convento ascolano dell'Ordine dei Frati Minori. Con il futuro papa Niccolò IV, suo confratello, frequentò con profitto il corso studi di Teologia, nella sede dell'Università di Perugia, conseguendo il dottorato.

Il Massi, divenuto in seguito Generale dei Frati Minori, inviò nel 1274, come missionario in terra d'Africa, frate Corrado che per primo, nel periodo medioevale, raggiunse la regione libica della Cirenaica e con la sua opera di predicatore ottenne un vasto numero di conversioni al cristianesimo.

La sua esperienza di evangelizzatore si concluse nel 1277, quando fu richiamato a tornare in Italia ed incaricato di recarsi a Parigi per insegnare Teologia presso la sua cattedra della Sorbona.

Rimase in Francia fino al 1288, anno in cui il suo amico Girolamo, ormai divenuto papa col nome di Niccolò IV, lo invitò a tornare in patria per raggiungere Roma, dove gli avrebbe conferito la porpora cardinalizia. Fu così che frate Corrado partì da Parigi nel novembre del 1288 e percorse a piedi nudi tutta la strada fino ad Ascoli, arrivandovi nel febbraio dell'anno successivo, nel 1289. Questa lunga fatica provò profondamente la già malferma salute del francescano che si ritirò presso il convento di San Lorenzo di Piagge, nella grotta che ancora oggi porta il suo nome, detta: Grotta del Beato Corrado, dove morì e fu sepolto il 19 aprile dello stesso anno. La sua salma incorrotta fu traslata nella chiesa di San Francesco di Ascoli Piceno il 28 maggio 1371, anno della consacrazione del sacro edificio, e composta all'interno di un pregevole sepolcro.

 
9)Sacrario Partigiano - Colle San Marco  - A cura di: Miletta Cossa Mattia - 4A_IPAI - A.S. 2013-2014
Il Colle San Marco durante la seconda guerra mondiale è stato teatro di scontri tra i partigiani locali e le truppe tedesche.
9) Sacrario Partigiano: rilevazione dati - GPS Tracker
Data 12-05-2014
Ora 14:40:00
Latitudine 42.831409
Longitudine 13.581724
Altezza 705.4 m
Satelliti 7
Hdop 1.10
Age 399 ms
Direzione 194° Sud Sud Ovest

I partigiani (giovani ascolani, soldati e volontari), vi si rifugiarono a partire dal 13 settembre 1943 per organizzare la Resistenza ascolana. Il loro comando era dislocato nella villa Parisi. Furono loro a distruggere il ponte di Castel Trosino con lo scopo di impedire agli invasori di raggiungere Valle Castellana e l' altra valle del torrente Castellano con i relativi paesi ivi dislocati.

Ma il 3 ottobre 1943 la località fu completamente circondato dai vari truppe tedesche provenienti da più direzioni. Alcuni patrioti cercarono rifugio nella boscaglia, altri tentarono di risalire verso monte per poi raggiungere Valle Castellana, altri si appostarono in località Rocce e Vene Rosse, cercando di contrastare le truppe tedesche con la mitragliatrice. E proprio coloro che si sacrificarono nell' estremo nel tentativo di coprire le spalle ai compagni furono i primi prigionieri e primi martiri.

Nella zona del Pianoro è stato eretto il monumento dedicato ai Partigiani, inaugurato nell' anno 1965 alla presenza, dell' allora Presidente del consiglio, Aldo Moro.