1) Piagge (Ascoli Piceno) - A cura di: Haxhiu Indrit - 5A_IPAI - A.S. 2014-2015
Piagge (Li Piaggë in dialetto ascolano) è una frazione del comune di Ascoli Piceno, nelle Marche.
Il paese sorge a 475 s.l.m. nella zona del versante nord di Colle San Marco, dista 6,16 km da Ascoli Piceno ed è raggiungibile percorrendo la strada che esce dalla città capoluogo da Porta Cartara.
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2) Vista Eremo di S. Giorgio - A cura di: Straccia Antonio - 5A_TIEN - A.S. 2013-2014
Costruito in posizione isolata sotto una rupe di travertino dal caratteristico colore rosa, immerso nel silenzio del bosco, l' eremo di San Giorgio si presenta di grande impatto scenografico alla vista da Castel Trosino. Le prime notizie risalgono alla metà del sec. XIV quando la nobildonna ascolana Livia Martelleschi vi aveva fondato un Ospedale per curare i lebbrosi con le sottostanti acque sulfuree.
Nel 1382 i frati Spirituali seguaci di Angelo Clareno trasformarono l' ospedale in eremo, passato nel 1568 ai frati Minori Osservanti.
Con la soppressione degli Ordini avvenuta dopo l' Unità d' Italia, il convento divenne proprietà privata. Il suo abbandono avvenuto nella seconda metà del sec. XX ha provocato il rapido deterioramento dell' edificio e la scomparsa del culto secolare di San Giorgio per il quale a primavera l'eramo era meta continua dei pellegrini.
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Castel Trosino è una frazione del comune di Ascoli Piceno, il piccolo borgo si trova a pochi chilometri da Ascoli ed è raggiungibile seguendo la strada che, dopo il ponte di Porta Cartara, supera ed oltrepassa l'incasato di Borgo Cartaro.
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Negli anni '50 l'alpino Tullio Pallotta, chiede all'amministratore delle proprietà Sgariglia, allora presidente degli Istituti Riuniti di Cura e Ricovero, signor Santanchè, di poter usufruire del rifugio situato sotto al Colle Giammatura, nella località denominata Colle della Pelera.
Da testimonianze avute, il nome del colle, sito davanti al Colle della Luna, è ricollegabile alla sua conformazione poiché non aveva alberi, quindi pelato. La capanna per pastori, utilizzata precedentemente come servizio di caccia dal marchese Sgariglia, fu quindi concessa al volenteroso signor Pallotta che la riparò e l'adibì a punto di ristoro, intitolandola poi al caduto Mario Paci, partigiano della II Guerra Mondiale; successivamente fu acquistata dal Club Alpino Italiano per la somma di Lire 50.000.
Con il sorgere dei primi campi da sci, si organizzarono le prime gare. Si ricorda quella di fondo nell'inverno del 1946, denominata Trofeo Mario Paci, percorso articolato tra Colle San Marco-Colle della Luna e ritorno.
Fu mandato nei pressi del fiume Don e precisamente nel punto in cui il Don, nel suo corso, forma un’ansa ad angolo retto con al centro una piccola isola, presidiata dai Russi; cominciò così a svolgere il suo compito di soldato. Parecchie volte respinse, con i suoi uomini, il nemico. Sfortuna volle che, durante una perlustrazione con altri alpini, fu avvistato dai Russi, che subito cominciarono a sparare. Mario e i suoi respinsero il nemico, ma fu ferito all’anca destra. Per questa operazione fu nominato Tenente dai suoi superiori per premiare il suo coraggio. Non ebbe, però, la consolazione di appuntarsi la medaglia, perché cominciò la “famosa” ritirata e, nella confusione, tutti i carteggi andarono smarriti; di questo inconveniente si rammaricava tanto. Ferito e con copiose perdite di sangue fu portato nelle retrovie con mezzi di fortuna. Dopo qualche giorno fu trasferito in Germania dove, finalmente, fu ricoverato in un ospedale della città di Gomel. Fu curato per le sue ferite dai medici tedeschi in maniera egregia, ma le sue condizioni rimanevano gravi, sia perché aveva perduto molto sangue, sia perché tutti i feriti come lui non avevano la possibilità di rimettersi per mancanza di cibo.
Da ultimo, è bene evidenziare che, vicino al passo del Tonale, nella città di Edolo, sul portale del Municipio, esiste una targa di commemorazione dei caduti in Russia con cinque nominativi: il primo è di Mario Paci.
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5) Eremo S. Marco - A cura di: Di Paolo Roberto - 5A_TIEN - A.S. 2013-2014
L’Eremo di San Marco è un romitorio, per romitorio intendiamo un luogo di difficile accesso, dove eremiti o anacoreti si ritirano escludendosi volontariamente dalla vita sociale e intraprendere una vita spirituale incentrata sulla preghiera.
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Questo monumento naturale in pietra, posto circa a meta strada tra Piagge e Colle S. Marco, prende il nome dalla sua strana configurazione. La leggenda popolare afferma che il diavolo, invidioso del fiorire di eremi volle insediarsi tra loromettendoli uno contro l'altro. Fu così che intervenne Dio che loscaraventò nel fuoco dell'inferno.
Il diavolo, sprofondando, lasciò fuori un dito che nel tempo è rimasto pietrificato.
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Ad arricchire la leggenda vi sono altri racconti che parlano di una grotta sotto questo masso di travertino, dove si
celerebbe un tesoro, una chioccia con dodici pulcini d'oro, come dodici erano le tribù in cui era diviso il popolo d'Israele, come dodici erano gli apostoli di Gesù inviati a diffondere la sua parola.
Oggi questo posto è meta di arrampicatori, si notano i segni e i chiodi lasciati sulla roccia.
7) Monastero di San Lorenzo - A cura di: Scittarelli Pierluigi - 5A_TIEN - A.S. 2013-2014
Convento di San Lorenzo alla Piagge – Fu edificato, nel 750, dall'Ordine Benedettino, sotto il vescovo ascolano Auclere, sull'area di una modesta pianura che sovrasta la bassa valle del Tronto e il bosco di Carpineto.
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Sebastiano Andreantonelli lo ricorda come il secondo monastero appartenuto all'ordine degli Eremiti Benedettini e sottoposto all'autorità vescovile della chiesa ascolana, tranne nei periodi in cui i papi Niccolò III, Bonifacio VIII e Onorio IV (nel 1286) lo tennero direttamente soggetto alla Santa Sede.
Sebbene le consistenze dell'edificio si articolassero su più livelli, fu abbandonato, nel XIII secolo, quando i suoi spazi divennero esigui per i molti monaci che, in quel periodo, si dettero a vita religiosa.
Della struttura rimangono: la macina ricavata dai monaci modellando un masso di travertino, una vasca ottenuta scavando un blocco di pietra, la cisterna dell'acqua e solo tracce intuibili delle mura perimetrali.
Qui, al convento di San Lorenzo, venne San Francesco nel 1215, e qui, vestirono il saio francescano il Beato Corrado Migliani, c’è vicino la grotta dove viveva, e Girolamo Masci di Lisciano che poi diventò papa col nome di Nicolò IV.
Qui, sempre nel convento di San Lorenzo, Saladino Saladini, reduce dalle crociate, nel 1213, visse in una grotta per ventotto anni fino alla morte. Sempre da questo convento, acceso di sacro fuoco francescano, frate Ippolito scese in Ascoli per la costruzione del tempio di San Francesco, quel miracolo di architettura, di travertino argenteo, che illumina Piazza del Popolo, questo bellissimo tempio che t’incanta e sa parlare la lingua di San Francesco, a bene ascoltarla.
Nel 1994, con la rimozione dell’humus e dei detriti, si è potuta riconoscere l’area della chiesa, edificata tra il 1257 e il 1265, e della quale sono adesso leggibili la porta d’ingresso e il fianco sinistro, al quale è addossato un lungo sedile in muratura approntato per le funzioni religiose dei monaci.
Accanto alla cisterna è stata inoltre individuata una splendida vasca di decantazione nel cui materiale di riempimento sono stati rinvenuti interessanti frammenti di ceramica medievale.
8) Grotta del Beato Corrado - A cura di: Guerra Luis Fernando - 5A_TIEN - A.S. 2013-2014
Corrado Miliani o Migliani noto anche come Corrado d' Ascoli fu un religioso del XIII secolo appartenuto all' Ordine dei Frati Minori; è venerato come beato dalla Chiesa cattolica e ricordato il 19 aprile.
Nacque da Francesco Miliani ed Agnese di Marcello Saladini, nobildonna discendente dal ramo ascolano della famiglia Saladini, Conti di Roventino. Sebbene destinato per i suoi natali a diventare cavaliere, fin dalla prima adolescenza mostrò "indizi di santità", e si avvicinò con sentimenti di fraterna e cristiana amicizia a Girolamo Massi, suo conterraneo nato a Lisciano, cui predisse che sarebbe salito al soglio di Pietro. |
Il Massi, divenuto in seguito Generale dei Frati Minori, inviò nel 1274, come missionario in terra d'Africa, frate Corrado che per primo, nel periodo medioevale, raggiunse la regione libica della Cirenaica e con la sua opera di predicatore ottenne un vasto numero di conversioni al cristianesimo.
La sua esperienza di evangelizzatore si concluse nel 1277, quando fu richiamato a tornare in Italia ed incaricato di recarsi a Parigi per insegnare Teologia presso la sua cattedra della Sorbona.
Rimase in Francia fino al 1288, anno in cui il suo amico Girolamo, ormai divenuto papa col nome di Niccolò IV, lo invitò a tornare in patria per raggiungere Roma, dove gli avrebbe conferito la porpora cardinalizia. Fu così che frate Corrado partì da Parigi nel novembre del 1288 e percorse a piedi nudi tutta la strada fino ad Ascoli, arrivandovi nel febbraio dell'anno successivo, nel 1289. Questa lunga fatica provò profondamente la già malferma salute del francescano che si ritirò presso il convento di San Lorenzo di Piagge, nella grotta che ancora oggi porta il suo nome, detta: Grotta del Beato Corrado, dove morì e fu sepolto il 19 aprile dello stesso anno. La sua salma incorrotta fu traslata nella chiesa di San Francesco di Ascoli Piceno il 28 maggio 1371, anno della consacrazione del sacro edificio, e composta all'interno di un pregevole sepolcro.
Il Colle San Marco durante la seconda guerra mondiale è stato teatro di scontri tra i partigiani locali e le truppe tedesche.
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I partigiani (giovani ascolani, soldati e volontari), vi si rifugiarono a partire dal 13 settembre 1943 per organizzare la Resistenza ascolana. Il loro comando era dislocato nella villa Parisi. Furono loro a distruggere il ponte di Castel Trosino con lo scopo di impedire agli invasori di raggiungere Valle Castellana e l' altra valle del torrente Castellano con i relativi paesi ivi dislocati.
Ma il 3 ottobre 1943 la località fu completamente circondato dai vari truppe tedesche provenienti da più direzioni. Alcuni patrioti cercarono rifugio nella boscaglia, altri tentarono di risalire verso monte per poi raggiungere Valle Castellana, altri si appostarono in località Rocce e Vene Rosse, cercando di contrastare le truppe tedesche con la mitragliatrice. E proprio coloro che si sacrificarono nell' estremo nel tentativo di coprire le spalle ai compagni furono i primi prigionieri e primi martiri.
Nella zona del Pianoro è stato eretto il monumento dedicato ai Partigiani, inaugurato nell' anno 1965 alla presenza, dell' allora Presidente del consiglio, Aldo Moro.